- Primo giorno:
- 18.00 – 19.00
- Giorni intermedi
- 09.30 – 11.00
- 11.20 – 13.00
- 15.00 – 17.00
- 17.30 – 19.00
- Ultimo giorno
- 09.30 – 13.00
Uno spazio condiviso per coltivare la nostra presenza e consapevolezza è raro, a volte permetterci un ritiro per allenare la presenza consapevole ci aiuta a tornare nel quotidiano con più strumenti, forza, luminosità e flessibilità, così come dopo una profonda ispirazione possiamo espirare meglio o come dopo la notte può rinascere il sole.
Vivendo in un’epoca nella quale le informazioni, anche di Dharma, Buddismo, psicologia, ecc, sono reperibili ovunque e in modo veloce (libri, internet, articoli, ChatGTP, Meta e altre AI) ciò che può fare la differenza è la presenza/consapevolezza con la quale viviamo le esperienze tutte( interne ed esterne) la consapevolezza con la quale pratichiamo, ci relazioniamo con noi stessi e il mondo, le nostre emozioni, pensieri, sensazioni, percezioni e con gli altri o cerchiamo e usiamo le informazioni .Integrare la vita con la consapevolezza e la consapevolezza con la vita a molti di noi può fare paura, dice Dilgo Rimpoche, anche Maestro Dzogchen dell’attuale Dalai Lama:
La pratica quotidiana dello Dzogchen consiste semplicemente nello sviluppare un’accettazione totalmente spensierata, un’apertura senza limiti a tutte le situazioni.
Dovremmo riconoscere l’apertura come il campo di gioco delle nostre emozioni, e relazionarci con le persone senza artificiosità, senza manipolazione né strategie.
Dovremmo vivere ogni esperienza pienamente, senza mai ritirarci in noi stessi come una marmotta che si nasconde nella sua tana.
Questa pratica libera un’energia immensa, che di solito è bloccata dal tentativo continuo di mantenere punti di riferimento fissi.
La “referenzialità” è quel processo con cui ci ritiriamo dall’esperienza diretta della vita quotidiana.
Essere presenti nel momento può inizialmente generare paura. Ma accogliendo completamente la sensazione della paura, con totale apertura, tagliamo le barriere create dai modelli emozionali abituali.
Quando ci impegniamo nella pratica della scoperta dello spazio, dovremmo coltivare la sensazione di aprirci completamente all’intero universo.
Dovremmo aprirci con assoluta semplicità e nudità mentale.
Questa è la pratica potente e al tempo stesso ordinaria di lasciar cadere la maschera dell’autoprotezione.
“La tua pratica dovrebbe essere rafforzata dalle situazioni difficili che incontri, proprio come un falò in un forte vento non si spegne, ma arde ancora più intensamente.”
Dilgo Khyentse Rinpoche
La consapevolezza può essere allenata e/o scoperta e spesso farlo assieme e in gruppo è di aiuto. Alterneremo meditazioni e condivisioni, meditazioni solitarie o a due, sul respiro, sul corpo, sulla consapevolezza della consapevolezza , sui movimenti della nostra mente( pensieri, emozioni, immagini,ecc)nello spazio della consapevolezza e sul mondo esterno. Meditazioni sulla morte come faro per la vita, sulla compassione, forse accenni iniziali sulla vacuità ma anche momenti di meditazione camminata e Yoga.
Anche il silenzio può aiutare. Per poi riaprirsi al mondo e provare, come possiamo, ognuno con i propri limiti, ad essere aperti e presenti al mondo così com’e’ e come ci suggerisce Dilgo Khyentse Rimpoche.
La presenza e consapevolezza sono la base per la pratica di molti insegnamenti, inclusi quelli Dzoghcen, alcuni Maestri dicono :”una volta che si è in grado di essere presenti nel quotidiano da lì il passo per entrare nella contemplazione è breve”. In questo ritiro ci approcceremo al primo passo e lasceremo poi a Maestri Dzogchen o Vajrayana il passo (o i passi) successivi.
Il corso inizierà alle ore 18:00 del primo giorno e terminerà alle 13:00 dell’ultimo giorno.
Quota corso: 190 €
Il corso è aperto a tutti, essendo adatto a principianti ed esperti.