Mi ricordo di tenere una posizione per cui la schiena naturalmente sta verticale, non la tengo con tensione in verticale, lascio che si sciolga verso l’alto, una volta che ho trovato la posizione, la testa è leggermente reclinata in avanti e quindi il mento leggermente, un pochino più vicino al collo, alla gola, non schiacciato ma semplicemente tanto quanto basta per liberare le vertebre del collo, per dare la verticalità alla spina dorsale, la mandibol è rilassata, i denti superiori o inferiori non si toccano, la bocca è socchiusa, la lingua va naturalmente ad appoggiarsi sul palato, porto l’attenzione sul respiro, sui movimenti della pancia quando, durante l’inspirazione e l’espirazione, quando la consapevolezza va altrove ad un pensiero, non solo, la riporto gentilmente sulla pancia… e poi quando sento che la mia mente è sufficientemente aprop la consapevolezza a tutto quello c’è nel qui ed ora, quindi ora i rumori o i pensieri, le emozioni e, le sensazioni fisiche gli oggetti visivi, non sono più una distrazione per cui mi accorgo che sono distratta e riporto la consapevolezza aperta sulla pancia, ora il fuoco non è più solo sulla pancia ma è aperto a 360 ° a tutto quello che c’è, se mi accorgo che c’è un pensiero osservo il pensiero, non seguo a ruota tutta la catena dei pensieri, semplicemente osservo che c’è.
Lascio che arrivi e che poi vada, un po’ come potrebbe fare un onda del mare, come le nuvole del cielo che arrivano e poi vanno e il cielo rimane limpido, anche io rimangono nella consapevolezza come se fossi il cielo e osservo quello che passa attraverso la consapevolezza, se è un pensiero lascio che venga e vada, se è un emozione lascio che emerga con consapevolezza aperta e poi lascio andare, così se l’attenzione va su un oggetto visivo o uditivo ora tutto è un oggetto di consapevolezza, nulla è distrazione, osservo tutto in modo curioso, come se fosse la prima volta che esperimento, mi chiedo com’è, osservo curiosa, come i bambini molti piccoli che esplorando vedono una cosa nuova, in questo modo faccio qui ed ora, con tutto quello che emerge nel mondo interno ed esterno, ancora con tutto quello che c’è non lo giudico, ma lo osservo, lo osservo così com’è, per quello che è senza controllarlo, faccio questo per un po’, possibile che la consapevolezza passa da un oggetto all’altro, prima su un emozione poi su una sensazione fisica, poi su un suono, provo ad osservare tutto questo come se fosse la prima volta che lo incontro, per qualcuno è più complesso più faticoso, fare questa meditazione, consapevolezza su tutto ciò che c’è, per qualcuno è più facile, per qualcuno è piacevole, per qualcuno altro più spiacevole, va bene in ogni caso, osservo semplicemente quello che c’è, se ci sono reazioni di fastidioso di piacere, osservo anche quelle, se mi annoio osservo la noia, se c’è un giudizio, se penso ma cosa ci sto a fare qua, osservo questo pensiero, se penso non sono capace di meditare, osservo questo pensiero, vedo se per una volta tanto riesco a essere presente al momento presente di adesso , a viverlo in modo consapevole.